Malia Concept Store
Ciao, prima di tutto mi presento, mi chiamo Annalisa, ho 40 anni e lavoro da venti nel mondo del fashion retail e del buying.
La mia prima esperienza risale al periodo dell’università in cui iniziai come addetta alle vendita per un brand di pelletteria; a 26 anni, a pochi esami dalla laurea in giurisprudenza, ho aperto il mio primo negozio e da quel giorno sono cambiate tante cose.
Sono passata dal negozio tradizionale al negozio vintage ed handmade, sperimentando la vendita a casa della cliente sino ad ideare un luogo ibrido a metà strada tra l’intimità di casa propria e lo showroom, in cui invitare le clienti a prendersi il giusto tempo e provando insieme la sensazione di acquistare e lavorare in modo più consapevole.
Il mio motto è diventato “ Acquista meno ma scegli bene! “.
I primi passi verso una vita più sostenibile non hanno delle origini nitide, ho iniziato da piccoli gesti quotidiani, forse alcuni tramandati dall’educazione di mia madre, come fare la spesa direttamente dai piccoli produttori, andare alla ricerca di oggetti e vestiti second hand dei
quali ho sempre subito il fascino.
Ma più di tutto penso che viaggiare mi abbia portato a mettere perennemente in discussione i miei comportamenti e a modificare tante mie abitudini, prima nella mia vita personale e poi inevitabilmente nel mio lavoro.
Uno dei viaggi più significativi è stato quello del 2019 in Australia; mi sono ritrovata dall’altra parte del mondo immersa in una natura viva e soprattutto in una società che convive con essa in un rispetto assoluto. Questo mi ha fatto sentire profondamente in colpa per come tanti miei comportamenti non fossero attenti alla tutela dell’ambiente e in modo estremamente naturale mi sono ritrovata a vedere le cose in modo differente.
Tutto questo percorso è stato retto dalla necessità di cercare la mia comfort zone. Più passava il tempo e più non riuscivo a reggere l’idea di dover far parte di un meccanismo lavorativo incentrato esclusivamente sul consumismo, sulla frenesia e l’accumulazione seriali di oggetti inutili e di pessima qualità. Scoprendo inoltre che questo modo di vivere contribuisce a distruggere gli ecosistemi.
Tante volte mi sono trovata davanti al bivio “vado avanti o chiudo e cambio lavoro?”.
Ad oggi non ho ancora la risposta a questa domanda, ma sono certa di esser sulla strada giusta per trovare un equilibrio tra moda ed etica nella mia vita e nel mio lavoro; la mia ricerca è diventata sempre più attenta e volta ad inserire sempre più brand con filosofie green, con materie prime naturali e di qualità, i ritmi del lavoro sono diventati più slow e il rapporto con le mie clienti sempre più umano.
La cosa più stimolante di questa avventura è la possibilità di entrare in contatto con tantissime realtà innovative come quella di Good, grazie a loro e ad Elena ho avuto la possibilità di condividere questo percorso, di raccontarmi a voi e di imparare che tanti progetti si possano realizzare passando leggeri nella natura.
Sono felice di potervi parlare del loro ultimo prodotto che ho provato in questi giorni, le calze in fibra di eucalipto. Nel mio immaginario le calze erano di cotone o di lana invece ora posso dire che anche questo filato è incredibilmente confortevole e traspirante.
Sono riusciti a realizzare un calzino che seppur estremamente sottile riesce ad esser caldo e avvolgente.
La realtà di Good però è tanto altro, è sperimentazione, divulgazione e soprattutto è un esempio positivo di come anche la moda possa essere etica e generosa.
Se mi guardo indietro non so se sono diventata la persona che immaginavo a vent’anni,ma ho mantenuto lo stesso entusiasmo e propositività verso i cambiamenti e le sperimentazioni, consapevole che il nostro comportamento possa modificare gli assetti intorno a noi.
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